lunedì 12 maggio 2008

Paesaggio

"Sabbia a perdita d'occhio, tra le ultime colline e il mare - il mare -nell'aria fredda di un pomeriggio quasi passato, e benedetto dal vento che sempre soffia da nord.
La spiaggia. E il mare.
Potrebbe essere la perfezione - immagine per occhi divini - mondo che accade e basta, il muto esistere di acqua e terra, opera finita ed esatta, verità - verità - ma ancora una volta è il salvifico granello dell'uomo ache inceppa il meccanismo di quel paradiso, un'inezia che basta da sola a sospendere tutto il grande apparato di inesorabile verità, una cosa da nulla, ma piantata nella sabbia, impercettibile strappo nella superficie di quella santa icona, minuscola eccezione posatasi nella perfezione della spiaggia sterminata. A vederlo da lontano non sarebbe che un punto nero:nel nulla, il niente di un uomo e di un cavalletto da pittore."
(Oceano Mare, Alessandro Baricco)


Paesaggio mentale

"- Cosa vedi, Edel ?
Nella camera della figlia, il barone sta in piedi di fronte alla parete lunga, senza finestre, e parla piano, con una dolcezza antica.
- Cosa vedi?
Tessuto di Borgogna, roba di qualità, e paesaggi come tanti, un lavoro fatto bene.
- Non sono paesaggi qualunque, Edel. O almeno, non lo sono per mia figlia.
Sua figlia.
E' una specie di mistero, ma bisogna cercare di capire, lavorando di fantasia, e dimanticare quel che si sa in modo che l'immaginazione possa vagabondare libera, correndo lontana dentro le cose fino a vedere come l'anima non è sempre diamante ma alle volte velo di seta - questo posso capirlo - immagina un velo di seta trasparente, qualunque cosa potrebbe stracciarlo, anche uno sguardo, e pensa alla mano che lo prende - una mano di donna - sì - si muove lentamente e lo stringe tra le dita, ma stringere è già troppo, lo solleva come se non fosse una mano ma un colpo di vento e lo chiude tra le dita come se non fossero dita ma... - come se non fossero dita ma pensieri. Così. Questa stanza è quella mano, e mia figlia è n velo di seta.
Sì, ho capito.
- Non voglio cascate, Edel, ma la pace di un lago, non voglio querce ma betulle, e quelle montagne in fondo devono diventare colline, e il giorno un tramonto, il vento una brezza, le città paesi, i castelli giardini. E se proprio ci devono essere dei falchi, che almeno volino, e lontano.
Sì, ho capito. C'è solo una cosa: e gli uomini?
Il barone tace.
(...)
Poi un giorno un carro arrivò al palazzo del barone, e sul carro c'era il capolavoro di Edel. (...)
Fu un attimo prima che li srotolassero che il barone mormorò
- E gli uomini?
- Se proprio ci devono essere degli uomini, che almeno volino, e lontano.
( Oceano Mare, Alessandro Baricco)

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